Da sempre la città di Bari è legata con affetto alla figura del notissimo grande scienziato italiano Guglielmo Marconi (Bologna 25.4.1874 - †Roma 20.7.1937), l'inventore del "wireless", al punto di intitolargli una strada (piccola ma ciò che conta è la vicinanza con il faro) che dà il nome ad un quartiere posto su un bel promontorio affacciato sul mare e dominato dal faro, che fin dagli anni Trenta del secolo scorso ha assolto alle funzioni tipiche della periferia con il decentramento di strutture quali la Fiera del Levante, lo Stadio della Vittoria, le Piscine Comunali e, più a Sud, il Cimitero.
La città di Bari fu da lui prescelta come porta ideale del progresso, per la trasmissione sperimentale dei primi segnali telegrafici senza fili tra due minuscole trasmittenti installate nei pressi del faro di San Cataldo e nel vicino Montenegro. Il giorno 3 agosto 1904 al Molo San Cataldo di Bari nei pressi del faro dove erano stati installati due tralicci di legno alti 50 metri e distanti tra loro 50 metri, fu inaugurato il primo collegamento radiotelegrafico via etere per scopi commerciali con la città di Antivari (Bar) in Montenegro sulla costa adriatica opposta. Esso costituisce il primo collegamento operante sotto il controllo statale; la stazione radiotelegrafica è poi entrata in servizio regolare il 1° settembre del 1904, gestita dalla Compagnia "Marconi". L'evento fu…
…per la città di Bari un momento determinante della sua storia, oltre che per la circostanza in sé che vide a Bari la presenza di Autorità ed illustri personalità del tempo, anche per l'aspetto pionieristico che l'iniziativa rappresentò nel paese. Infatti a meno di dieci anni dalla scoperta di G. Marconi di poter utilizzare onde elettromagnetiche per comunicare a distanza senza fili, la città di Bari si dotava e si arricchiva di questo "nuovo" sistema per finalità commerciali in piena sintonia con la vocazione mercantile della città che all'epoca era in pieno rigoglio e sviluppo economico.
Affermatasi la radiofonia e potenziata la prima rete nazionale delle trasmissioni italiane, Bari fu ancora preferita, fra le altre città della penisola, avendo una nuova stazione da 24 KW, installata a Ceglie del Campo e inaugurata solennemente nel settembre 1932.Il nome di Radio Bari è scritto nella storia della radiofonia italiana. Le trasmissioni cominciarono dagli studi di Via Putignani sin dal 1932, per continuare dal 23 settembre 1943 alla liberazione di Roma.
Nel 1934 da Radio Bari hanno inizio le prime trasmissioni per l'estero in lingua araba con un notiziario trisettimanale, musiche e approfondimenti. Si tratta della prima emittente in arabo su tutto il Bacino del Mediterraneo. Due mesi dopo partiranno i programmi in lingua greca. In seguito alla situazione politica militare venutasi a creare con l’armistizio dell’8 settembre 1943, che pose fine alle ostilità tra l’Italia e le Potenze Alleate, il sistema delle radiodiffusioni venne completamente stravolto. Radio Bari, che si trova in quella piccola parte di territorio non ancora occupato né dagli anglo-americani né dai tedeschi, trasmette autonomamente servizi giornalistici nonché messaggi e proclami del re e del governo Badoglio, fuggito, come è noto, da Roma e rifugiatosi a Brindisi. Tali trasmissioni passeranno sotto il controllo dell’esercito alleato solo dopo il 22 settembre. L'avventura di Radio Bari è singolare e irripetibile, unica emittente libera, a 100 chilometri da Brindisi, è diventata subito la voce più importante del Sud.
Radio Bari ha mandato in onda le prime parole dell'Italia libera. In mano ad un gruppo di giovani che avevano in Benedetto Croce e nella casa editrice Laterza i loro punti di riferimento, la radio aveva trasmesso l'11 settembre il primo messaggio di Vittorio Emanuele III dopo la fuga da Roma.
Punto centrale della programmazione ITALIA COMBATTE: un panorama della situazione politico-militare e della guerra partigiana, un canale di messaggi per le azioni di guerriglia ma anche un veicolo di propaganda. Tra le rubriche titoli come "Spie al muro", nella quale si segnalavano i sospetti di delazione, per riportare tutti alla realtà.
Al gruppo originale si aggiunsero scrittori, registi, "operatori radiofonici" in gran parte provenienti da Roma e tutti con un nome di battaglia. E c'era Aldo Moro che collaborava alla rubrica "La voce dei partiti".
Tante voci e tanta musica, per provvedere alla quale si requisisce un intero negozio di dischi. Ma la musica non nasconde i contrasti tra americani e inglesi, tra monarchici e non. Nel '44 la situazione è all'apice della tensione. Il 28 gennaio 1944 si apre a Bari il congresso del CLN. Il generale Alexander proibisce alle forze alleate di parteciparvi, vietando anche la trasmissione della radiocronaca. Radio Bari registra gli interventi più salienti, come quello di Benedetto Croce, e li passa alla BBC. Da Radio Londra, il congresso finisce per avere un "lancio" tale da suscitare interesse in varie zone del mondo. Ma la marcia degli alleati avanza e a Radio Bari si aggiungono le stazioni delle altre città liberate: Napoli, Roma e Firenze.
Negli anni Cinquanta, con l'avvento della televisione, la sede RAI di Bari lasciava il palazzo di via Putignani sede Eiar, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, per insediarsi - l'11.3.1959 - nella moderna costruzione di via Dalmazia 104 (a due passi dal Marconi), con numerose e grandi vetrate, sicché fu indicata come il "palazzo delle cento finestre".
Festosa fu la cerimonia d'inaugurazione alla presenza dell'allora Arcivescovo Nicodemo. La Rai aveva così la sua installazione per i programmi radiofonici e televisivi nonché una potenziata redazione giornalistica in grado di assolvere un più vasto compito regionale e nazionale.